Tutti abbiamo una missione comune,

ed è quella di realizzare il nostro potenziale,

di diventare ciò che siamo.

 

Claudio Naranjo

Gestalt Counseling

Il counseling è fondamentalmente uno spazio per prendersi cura di sé in maniera finalizzata, con il supporto di un professionista.

 

La richiesta di consulenza a un counselor può coinvolgere tanti aspetti della vita: il lavoro, la famiglia, una relazione d’amore, blocchi nella comunicazione o tensioni nei rapporti con gli altri, una svolta esistenziale, ma anche la gestione del tempo, il miglioramento dell’autostima o la ricerca di metodi efficienti per reagire allo stress.

Ancora, si può approfittare del counseling per risvegliare la motivazione, quando è richiesto uno sforzo in più per seguire una dieta, un piano di studi o un percorso di salute impegnativo.
Chi sceglie di intraprendere questo tipo di cammino lo può fare semplicemente per acquisire una maggiore conoscenza di sé e per migliorare la propria qualità di vita.

Nella prospettiva della Gestalt, il “colloquio” di counseling è inquadrato in un tempo e in uno spazio ben definito, in cui l’attenzione e la concentrazione è posta nel “qui e ora”, su cosa emerge in quel momento senza cercare il perché, ma volgendo lo sguardo sul come.

La Gestalt utilizza ed integra una serie di giochi, tecniche procedure espressive che provengono da approcci differenti, alcuni dei quali formano un minimo comun denominatore che si potrebbe definire, in senso lato, gestaltico.

Tuttavia, la creatività e l’intuizione sono le chiavi di lettura per comprendere lo sguardo della Gestalt che è, per sua natura, dinamico, situazionale, legato al qui ed ora e non è, in senso stretto, una vera e propria tecnica. Non vi è, quindi, un corpus precostituito di metodi e formule da utilizzare meccanicamente, ma è il counselor che porta la sua ricchezza umana, frutto del proprio sviluppo, consapevolezza e percorso personale che lo caratterizza.

È proprio la possibilità di costruire percorsi liberi, creativi ed artistici il punto di forza, la peculiarità ed il fascino della Gestalt.

Ascolto Empatico

L’ascolto è il piano su cui le persone si accolgono ed entrano in contatto.

L’ascolto empatico è sostanza e metodo del counseling, quell’abilità che va oltre le parole e ti consente di comprendere e condividere le emozioni dell’altra persona.

La qualità della relazione si costruisce fin dal primo contatto sulla capacità del counselor di accogliere il cliente con empatia, autenticità e accettazione incondizionata.

Per creare fiducia e sviluppare relazioni positive con gli altri devi poterli comprendere, e per farlo serve empatia. È l’etimologia della parola stessa a svelarne il suo potenziale: dal greco “en-phatos”, ovvero “sentire dentro”.

L’ascolto empatico è un comportamento consapevole e assertivo, che permette di sviluppare fiducia e collaborazione tra le persone.

L’ascolto è empatico quando riusciamo a immedesimarci con il nostro interlocutore, comprendiamo i suoi pensieri e riusciamo a percepire i suoi sentimenti. L’empatia è una dote umana che ti permette di sciogliere ogni conflitto e ogni negatività relazionale: ti proietta verso l’altro.

Tuttavia, non si tratta solo di comprendere e sperimentare le esperienze degli altri, ma di lasciarle risuonare dentro noi stessi e rielaborare le nostre emozioni con occhi nuovi. È uno scambio dinamico che consente di conoscere meglio sé stessi, proprio grazie alla conoscenza dell’altro.

Peculiarità dell’empatia è che non interessa il giusto o sbagliato, ma semplicemente comprendere l’esperienza emotiva dell’altro.

Essere un ascoltatore empatico significa offrire libertà: uno spazio sicuro in cui le persone possono esprimere i propri sentimenti e sfogare le loro emozioni, senza essere giudicate.

“Nella comunicazione la cosa più importante è ascoltare ciò che non viene detto.”

 

Peter Ferdinand Drucker

Costellazioni Famigliari

Spesso la vita di ognuno è condizionata da destini e sentimenti che non sono veramente propri e personali; anche malattie gravi, il desiderio di morte e problemi sul lavoro possono essere dovuti a “grovigli” del sistema-famiglia e possono essere portati alla luce attraverso il processo delle Costellazioni Familiari.

C’è un solo modo per capire in che direzione andare.
Devi seguire la tua Paura.
Essa ti mostrerà la via.
Fuggire da ciò che t’impaurisce è un modo per perdere
il cammino: così facendo ti allontani sempre più da ciò
che stai cercando.
Se hai timore di affrontare quella persona o quella
situazione, si trova proprio lì il nodo da sciogliere.
Quel nodo che se riconosciuto e affrontato ti donerà le
chiavi della libertà.
D’ora in poi, quindi, quando avvertirai paura, fastidio, irritazione e preoccupazione non fuggire.
Rimani in ascolto di ciò che provi.
E con coraggio addentrati a scoprire il tesoro nascosto nel tuo malessere.
“I tesori più preziosi vengono custoditi dal drago più terribile.
Per raggiungere i tesori, bisogna andare dal drago… e baciarlo.”

 

Bert Hellinger

Meditazione

La meditazione porta ad uno stato di pace profonda, in cui la mente è calma e silenziosa ma sempre e comunque vigile. È uno stato in cui puoi sperimentare la tua natura essenziale e pura.

Questo stato di consapevolezza senza pensieri non può essere ottenuto però tramite uno sforzo mentale: non puoi usare la mente per fermare la mente, che in questo modo non si ferma, anzi, si agita ancora di più.

Lo stato di consapevolezza senza pensieri si realizza invece quando si crea dentro di te uno stato di benessere generale che acquieta tutte le tensioni e le emozioni.

Si tratta di uno stato di immobilità in cui rimani in contatto con la pura essenza di te stesso, di ciò che sei. Che non è “sono Maria”, “sono una Counselor”, “sono felice o sono triste”, è semplicemente “sono”, nient’altro.

E lo scopo è proprio conoscerti nella tua pura essenza di essere umano, e poi calmarti, lasciar andare, e vedere tutto con più apertura e più chiarezza.

È un modo per allenare la mente a non farti distrarre dalle sue agitazioni senza fine.

Ti insegna ad essere calmo e immobile.

Ma tutto questo è come un muscolo, ha bisogno di essere sempre rinforzato attraverso l’esercizio.

I benefici della meditazione:

– ridurre i livelli di stress,

– rafforza la salute mentale,

– offre sollievo ai dolori cronici,

– migliora la qualità del sonno,

– migliora la memoria,

– dona serenità,

– consente di acquisire una maggiore consapevolezza.

– Ad un livello più profondo, la meditazione è una porta verso le nostre radici, il nostro essere più intimo e profondo.

“La pace nel mondo richiede la pace interiore”

 

C. Naranjo

Kintsugi

La bellezza delle ferite

Tendiamo a nascondere le nostre ferite. Il nostro dolore, per non riviverlo, dimenticare. La filosofia occidentale considera le cicatrici come un qualcosa da eliminare o da occultare. Qualcosa di disarmonico che rovina la figura, che non va mostrato e valorizzato. Un punto debole, invece che un punto di forza. Ci mostriamo forti, inscalfibili, ci descriviamo come guerrieri, così saldi e statuari dentro le nostre grandi, luccicanti e sfarzose armature, senza ferite di guerra ma con tanti trofei. Trofei? E se questi trofei non fossero quelli ammassati sopra una libreria? Se fossero al di sotto delle armature? Se fosse altro di noi a dover scintillare?

 

La risposta è nel Kintsugi (o Kintsukuroi), letteralmente “riparare con l’oro”. E’ la pratica giapponese che consiste nel riparare gli oggetti rotti con materiali preziosi, oro e argento colato, per risaltarne le crepe, le spaccature. Ogni oggetto ritrova l’unicità, diventa speciale per l’intreccio casuale e unico della molteplicità delle proprie ferite. L’imperfezione di queste, diventa perfezione, estetica esteriore ed interiore, un elemento da valorizzare, invece che da nascondere. Per i giapponesi, quindi, quando qualcosa si rompe, subisce e racconta una storia, diventa più bello, più prezioso, più raro. La ferita non è più una colpa, qualcosa di cui vergognarsi, ma è un simbolo, uno stemma da portare con fierezza.

Enneagramma

Tutti noi recitiamo un copione ovvero un piano di vita basato su una decisione presa nell’infanzia e che continua a svilupparsi sotto l’influenza dei genitori (E. Berne, 2000).

Il copione è il carattere che ci rappresenta, non si sa come precisamente si formi ma si può immaginare che compensi le difficoltà della persona di gestire l’insicurezza del legame, rinunciando a fare i conti con quello che c’è.

Carattere è una parola che viene dal greco e significa “scolpito dentro” e possiamo descriverlo come una “MASCHERA” che ci siamo dovuti costruire sin da piccoli per sopravvivere ad un ambiente esterno (genitoriale) vissuto come carente e da cui si è alimentata una determinata sofferenza.

Visto che la vita può farci allontanare dal nostro essere, il lavoro con l’enneagramma cerca di allontanarti dalla rigidità del carattere acquisito e di avvicinarti alla tua autenticità, per riscoprire te stesso e imparare a vivere meglio.

Questo strumento non è utilizzato per etichettare sé stessi e gli altri ma per riconoscere il proprio copione caratteriale in cui siamo intrappolati e scoprire nuovi modi per muoversi nel mondo.